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De: Piero Gotta  (Mensaje original) Enviado: 10/03/2010 17:40
Accanto ai Neon e ai Siluriformi di numerosi generi e specie, oggi i Ciclidi del genere Symphysodon - questo il loro nome scientifico - sono probabilmente i pesci d'acquario più noti del Sud America tropicale. Qui vivono soprattutto nelle vaste regioni fluviali e lacustri dell'Amazzonia brasiliana, ma anche in Perù e in Colombia, sul confine con il Brasile. La storia della scoperta del Discus ha inizio più di 160 anni fa ed è strettamente legata ai nomi di due naturalisti austriaci: Johann NATTERER (1787-1843), nato a Laxenburg, in Austria, e Johann Jacob HECKEL (1790-1857), nato a Mannheim, in Germania, ma che da sempre nella capitale austriaca, Vienna.



Curiosamente nessuno dei due a formazione accademica come la si intenderebbe oggi: NATTERER, addirittura, interruppe gli studi alle medie superiori e già all'età di 19 anni intraprese viaggi di raccolta di animali in giro per l'Europa. Dopo qualche tempo si sparse la voce delle sue eccellenti doti di preparatore e disegnatore: cosi nel 1816 venne investito dell'incarico di vice-curatore dell’allora gabinetto di storia naturale della corte imperiale di Vienna, comunque una posizione poco impegnativa, con una retribuzione di conseguenza piuttosto modesta.
HECKEL, più giovane di tre anni, inizialmente era contadino, ma già da adolescente si interessava molto di botanica. Nel 1818 lasciò la sua attività di agricoltore e venne assunto come apprendista preparatore a Vienna. In breve imparò così perfettamente questo mestiere da essere anche lui contattato dal gabinetto di storia naturale di Vienna. Qui si occupò soprattutto della collezione ittiologica, all’ora ancora assai modesta, e per alcuni anni, ricevette uno stipendio quotidiano come "libero preparatore”. Soltanto verso il 1832 egli venne assunto come impiegato fisso, in un primo momento per un lavoro abbastanza semplice. Poi finalmente la sua carriera decollò, fino a essere nominato direttore della collezione ittiologica di questo museo che nel frattempo aveva assunto fama mondiale.



Il primo a vedere, catturare e disegnare sotto “aspetti ittiologici" il Discus, in pratica scoprendolo per la scienza, fu NATTERER, che nel 1817 era partito per una grande spedizione in Brasile patrocinata dall'imperatore Austriaco Francesco. Il viaggio durò complessivamente 18 anni, di cui 5 trascorsi nel Mato Grosso, il paradiso degli uccelli all’epoca pressochè inesplorato. La spedizione fu molto più lunga del previsto, segnata da guerre civili, gravi attacchi di febbre, pericoloso malattie epatiche e fatiche quasi indescrivibili. Quando nell'estate del 1836 NATTERER finalmente tornò a Vienna, nonostante tutte le avversità e contraccolpi negativi, il suo bottino scientifico era enorme. Consegnò accuratamente imballati in 37 grosse casse, 50.000(!) animali da lui conservati e registrati con scrupolo, tra cui quasi 1700 pesci dei generi più disparati.




In una di queste casse si trovò un singolo Discus, di appena una decina di centimetri e quindi relativamente giovane, catturato da Johann NATTERER i primi di novembre del 1833 nel rio negro inferiore. Secondo il metodo di conservazione comunemente adottato all’epoca, anche in questo caso dopo la cattura al pesce erano state asportate le interiora. Fui poi compito di HECKEL vagliare, ordinare, catalogare e descrivere scientificamente il materiale ittiologico nuovo, e quindi estremamente prezioso, frutto del viaggio. Questa complessa operazione impegnò HECKEL per quattro anni. Ma nel 1840 giunse finalmente il momento: HECKEL pubblicò il suo lavoro scientifico probabilmente più famoso, intitolato "Johann Natterers neue Flußfische Brasilien's nach den Beobachtungen und Mittheilungen des Entdeckers beschrieben" ("I nuovi pesci di fiume del Brasile di Johann Natterer, descritti secondo le osservazioni e le comunicazioni dello scopritore"). In base al Discus portato a Vienna da NATTERER, HECKEL istituì il genere Symphysodon e descrisse il pesce come Symphysodon discus. Si trattò del pesce oggi...universalmente noto come Symphysodon discus HECKEL, Discus Pompadour (un nome abbastanza superato, popolare soprattutto nei Paesi di lingua inglese), Discus "Heckel" o "vero" Discus.



Il termine "vero", tuttavia, non va inteso come un giudizio di qualità. Infatti, quando dopo la prima presentazione di HECKEL furono catturati altri Discus che non corrispondevano a questa descrizione e ancora non ne erano state pubblicate altre, ittiologi e acquariofili si trovarono di fronte a una situazione abbastanza difficile. Perciò si era passati a chiamare "veri" quei Discus che corrispondevano alla prima descrizione di HECKEL. Così a suo tempo Symphysodon discus veniva distinto dai pesci scoperti più di recente e non ancora descritti.
NATTERER morì già nel giugno del 1843, all'età di appena 53 anni, tre anni dopo la pubblicazione di HECKEL. I suoi lunghi e faticosi viaggi ai tropici ne avevano notevolmente minato la salute. HECKEL visse 14 anni di più. Dopo una vita ricca di lavoro e di successi morì, malaticcio e alla fine legato a una carrozzella, i primi di marzo del 1857 all'età di 67 anni. Molte delle sue oltre 60 pubblicazioni sono ancora oggi da considerare opere standard per l'ittiologia.


Foto di Marcello Corona

Alcuni decenni dopo fu uno scienziato francese, l'ittiologo Jacques PELLEGRIN, nato nel 1873, a lavorare intensamente alla tassonomia dei Discus. Nel 1903 notò che alcuni Discus da lui esaminati, provenienti da Manaus (sul Rio Negro), da Tefé (sul Rio Solimòes, come viene chiamata la parte occidentale brasiliana del Rio delle Amazzoni) e da Santarém (sul Rio delle Amazzoni), appartenevano a due differenti varietà: gli esemplari di Santarém e di Tefé si distinguevano chiaramente dai pesci del Rio Negro per un diverso disegno a fasce verticali sul corpo.
Nacque così Symphysodon discus variatio aequifasciata, all'epoca considerato sottospecie, in cui PELLEGRIN praticamente raggruppava tutti i Discus dall'aspetto diverso da Symphysodon discus. Più tardi questa sottospecie assunse lo status di specie a sé stante.
A causa del trasporto estremamente complicato dall'Amazzonia in Europa, ci volle molto tempo prima che qualche Discus vivo giungesse in Europa. Già nel 1921 l'importatore EIMECK di Amburgo riuscì a importare un solo esemplare vivo, forse il primo in Europa, che però poco dopo morì.



Tutti i successivi tentativi di importazione fallirono. Nel 1932 il tedesco W. PRAETORTUS, che operava come pescatore di pesci d'acquario nei pressi di Santarém su incarico di un importatore berlinese, descrisse, probabilmente come uno dei primi dopo l'austriaco NATTERER, con dovizia di particolari un biotopo di Discus. Sempre nel 1932 il tedesco Karl GRIEM l'azienda Aquarium Hamburg riuscirono a importare in Germania dei Discus sani. Nel dicembre dello stesso anno, il giovane allevatore professionista di pesci d'acquario Herbert HAERTEL, di Dresda, su su incarico del padre Hermann HAERTEL ritirò di persona a New York alcuni pesci d'acquario "nuovi" con il nome commerciale "Scalare blu"; in realtà si trattava di Discus. Padre e figlio HARTEL in un primo momento erano partiti dal presupposto che i pesci importati appartenessero a un "tipo particolare" di Scalare e per questo continuavano a trasferire le covate in vaschette separate, per impedire che le uova venissero divorate dai genitori. Chiaramente questa tecnica, di uso comune nella riproduzione degli Scalari (accrescimento in assenza dei genitori), per molto tempo non sortì alcun risultato. Solo nel 1936 il caso diede una mano: gli HARTEL non notarono una coppia di Discus intenti a curare la prole. Quando improvvisamente i genitori uscirono dal loro rifugio con un nugolo di piccoli "attaccati" al corpo, il mistero fu svelato. Ora padre e figlio compresero che non avevano a che fare con figli da degli Scalari. L'acquariofilia in generale all'epoca non si mostrò molto interessata ai Discus, sicuramente anche per via del prezzo elevato richiesto per i pochi pesci disponibili. Si stima che fino al 1939 siano stati importati vivi in Germania poco più di 100 Discus. In altri Paesi la situazione era simile. Prendiamo per esempio gli Stati Uniti: appena nel 1933 giunse sana e salva nel Nord America la prima spedizione di Discus. Si trattava, così si dice, di 18 Discus con destinazione New York. In Inghilterra un negozio di acquari espose per la prima volta un Discus, precisamente un "Pompadour" (Symphysodon discus), nel 1938.



Stando a fonti storiche, la prima riproduzione di successo di Discus riuscì nel 1935 a un americano di Philadelphia, certo Gustave ARMBRUSTER. Nel 1939, poco prima che scoppiasse la seconda guerra mondiale, sempre negli Stati Uniti Gene WOLFSHEIMER ottenne per puro caso la riproduzione di questo pesce. Non trovandosi in casa, al contrario di quanto da lui praticato fino ad allora, non fece in tempo a dividere la covata dai riproduttori e così i genitori curarono e nutrirono con dedizione la prole, che aveva appena iniziato a nuotare liberamente. Un successo ancora maggiore fu registrato poi da W.T. DODD, un americano di Portland. Nel 1949 una sola coppia di Discus generò svariate covate numerose, fino a circa 200 avannotti ogni due settimane! Ma dopo la morte prematura di questi riproduttori, DODD non riuscì più a ripetere i successi di una volta, pur ricorrendo a un elevato numero di coppie.


Foto di Marcello Corona

A riguardo si deve annotare che questa esperienza non va imitata, perché far seguire così tante covate ad intervalli di tempo così brevi non ha certo giovato ai pesci, anche nel caso DODD avesse diviso subito dopo la deposizione la covata dalla sua unica coppia di genitori. Non è affatto escluso che questo allevatore americano abbia perso cosi presto la sua prolifica coppia, perché i pesci erano troppo stressati: le coppie di riproduttori andrebbero saltuariamente lasciate riposare qualche settimana tra una deposizione e l'altra. Anche in natura la riproduzione dei discus non avviene in continuazione, perché i genitori accudiscono i loro piccoli abbastanza a lungo, a patto che questi non vengano divorati da altri pesci stimolando in questo modo la coppia ad una nuova riproduzione.
Dopo la seconda guerra mondiale, Harald SCHULTZ, indianista americano di origine tedesca e acquariofilio entusiasta, contribuì notevolmente alla popolarità del Discus: a lui riuscì la cattura di grossi quantitativi di questo Ciclide, soprattutto anche del Discus blu, allora pressoché che sconosciuto e quindi particolarmente apprezzato. Lo scovava in piccoli corsi d'acqua in foreste inaccessibili, nell'Amazzonia superiore. SCHULTZ riconobbe inoltre che le singole varietà cromatiche di Discus probabilmente erano ancor limitate a determinate regioni, costituendo quasi delle razze geografiche.


Foto di Livia Giovannoli

Comprensibilmente fu molto fiero delle sue scoperte; ma la sua opinione, espressa in una pubblicazione, che i Discus marroni, come quelli pescati per esempio nel Tocantins inferiore e nel Tapajós (entrambi affluenti le sue meridionali del Rio delle Amazzoni inferiore), siano la "razza di Discus meno bella", difficilmente è condivisa da tutti gli appassionati. Nonostante si continuassero a registrare grosseperdite durante il trasporto, un buon numero di questi pesci giuunse oltre che negli Stati Uniti anche in Europa. A partire dal 1956 un altro americano, Danny DiCoco, del New Jersey, riprodusse quasi tutte le varietà cromatiche allora note, eccetto il Discus Tefé. I suoi risultati erano tali che per dieci anni poté rifornire quasi da solo l'intero mercato di New York.
L'editore americano dottor Herbert A. AXELROD e Harald SCHULTZ a partire dal 1957 raccolsero numerosi Discus, tra cui anche le varietà marroni. Una parte di questi pesci fu ceduta allo United States National Museum, negli Stati Uniti, per far eseguire degli esami scientifici. Qui furono misurati e descritti dall'ittiologo dottor Leonard P. SCHULTZ. Come risultato di questo lavoro, nel 1960 lo scienziato rivide sostanzialmente il genere Symphysodon. Egli attribuì alla sottospecie descritta da PELLEGRIN nel 1904 Symphysodon discus variatio aequifasciata lo status di specie selva vera e propria. Torniamo in Europa: nel febbraio del 1956 i coniugi britannici Roy e Gwen SKIPPER furono tra i primi in Inghilterra a riprodurre con successo dei Discus. Con la prima riproduzione di successo i due riuscirono a tirare su 41 avannotti (la covata era molto più numerosa), ma precedentemente avevano registrato numerosi fallimenti, perché anche loro, come prima già molti altri, dividevano le uova dai genitori. Nella loro relazione, pubblicata in una rivista di acquariofilia inglese nell'estate del 1956, descrissero la loro coppia di riproduttori come dei "Pompadour", quindi come Symphysodon discus. Tuttavia le foto a corredo dell'articolo mostrano chiaramente dei Discus marroni.


Foto di Gennaro Mormone

Del resto ancora oggi non si riesce poi tanto spesso a far riprodurre una coppia di veri Symphysodon discus. Inoltre, fino a circa il 1958/59 tutti i Discus esportati dall'Amazzonia appartenevano molto probabilmente a varietà marroni o blu. Per inciso, passa fin troppo inosservato il fatto che ci vollero circa 125 anni (!) prima che il Symphysodon discus raccolto da NATTERER nel 1833 e descritto da HECKEL nel 1840 venisse raccolto una seconda volta, ora tuttavia vivo. Infatti, fino alla metà degli anni Cinquanta, il Rio Negro era ancora inesplorato dal punto di vista acquariofilo e quindi non vi si catturavano pesci.
Il medico e acquariofilo tedesco dottor Eduard SCHMIDT­FOCKE (scomparso nel gennaio 1998), da considerare il nestore dell'acquariofilia specializzata in Discus in Germania, maturò le sue prime esperienze in questo campo con un Discus marrone, ricevuto negli anni Cinquanta dai Paesi Bassi. Probabilmente nel novembre del 1959 Harald SCHULTZ gli regalò tre Discus provenienti da diverse regioni: uno era un symphysodon discus, gli altri due, che poi fortunatamente formarono una coppia, erano dei Discus blu. Con acqua tenera che faticosamente SCHMIDT-FOCKE attinse dalla Odenwald (una regione boschiva vicino a Francoforte) e che cambiava molto spesso, egli fu uno dei primi in Germania a riuscire nella riproduzione dei Discus, proprio grazie alla coppia di Discus Blu selvatici, pesci all'epoca ancora rari. Cominciò così la fortuna del Discus in Germania, che perdura a tutt'oggi. SCHMIDT-FOCKE non soltanto rese partecipi altri acquariofili La sua ricca e preziosa esperienza mediante conferenze e pubblicazioni, ma affidò una parte dei suoi Discus giovani ad altri "pionieri" del Discus di quell'epoca, come il dottor Rolf GEISLER, Georg NEFF, Rolf SCHULTEN e Giinther KELLER, che a loro volta contribuirono alla diffusione delle nuove venerazioni di questi pesci in Germania e all'estero. SCHMIDT­FOCKE ha sempre sostenuto la conservazione delle colorazioni selvatiche di Discus. In una lettera a Horst W. KOHLER, poi pubblicata anche sul "Diskus Brief ', egli scrive: "Intendo conservare i colori naturali dei Discus ed evito possibilmente qualsiasi incrocio, purtroppo tanto comuni in tutti i Paesi. In particolare sono le aree estese verdi a ricoprire in alcuni pesci fitti gli altri colori...".


Foto di Gennaro Mormone

Alcuni pesci di allevamento tedeschi, soprattutto degli ambiti esemplari di SCHMIDT-FOCKE, negli anni sessanta arrivarono anche in Malaysia, dove in particolare isola di Penang sarebbe poi divenuta una mecca all'allevamento commerciale di Discus, come pure Singapore e persino nell'Estremo Oriente (Taiwan, Giappone, Hong Kong). Così in molte parti del mondo sorsero nasi contemporaneamente impianti di riproduzione di Discus dalle proporzioni e attrezzature più disparate. Negli anni Settanta e Ottanta l'acquariofilia dedicata al Discus fece registrare un vero boom.
Dopo la morte di Harald SCHULTZ, attorno al 1966 l'austriaco Willi SCHWARTZ riscoprì il Discus blu e dalle pinne particolarmente alte nel Rio Purus. Battezzò questa varietà, striata in modo evidente su tutto il corpo, con il nome commerciale - oggi noto a livello internazionale e quasi da definire classico - "Royal Blue". Poco dopo, con l'aiuto di AXELROD, trovò anche delle varietà verdi e rosse. W. SCHWARTZ gestiva a Manaus una grossa stazione di pesca (Aquario Rio Negro) e sicuramente ha catturato ed esportato più Discus di qualunque altro prima di lui.
Parallelamente ai grandi progressi raggiunti in tutto il mondo nell'allevamento e soprattutto nella riproduzione dei Discus, migliorarono anche i collegamenti con l'Amazzonia e al suo interno. Così ai principali punti di raccolta di allora, come Iquitos in Perù, Leticia in Colombia e Manaus e Belém in Brasile, la schiera sempre più nutrita di pescatori di Discus di tutto il mondo arrivava molto più facilmente e rapidamente.
Nel 1962 il noto allevatore americano Jack WATTLEY pescò il suo primo Discus verde nel lago Tefé e poco dopo trovò nel Rio Juruà, che da sud sfocia nel Rio delle Amazzoni, il primo Discus con striature blu pallide, che secondo il suo racconto stupì per la taglia considerevole. WATTLEY è considerato il "padre" del Discus Turchese (un altro nome commerciale ormai divenuto di uso comune), un pesce con infinite variazioni di colore e che continua a essere molto amato. Partendo da un incrocio tra un "Royal Blue" di allevamento e un esemplare selvatico verde del lago Tefé, ci vollero quasi sette anni prima che WATTLEY disponesse finalmente di un ceppo pregiato con un disegno turchese. Siccome i suoi riproduttori in parte erano dei famigerati divoratori di uova, WATTLEY sviluppò per primo - più o meno forzatamente - un metodo affidabile per riuscire a portare alla schiusa la covata senza i genitori e a tirare su i piccoli artificialmente.

Nel corso degli anni seguenti affinò e perfezionò questa tecnica. Ancora oggi, aiutato dal figlio, egli fa accrescere una gran parte degli avannotti senza i genitori. Una volta che gli iniziali "segreti" man mano venivano resi noti, gli allevatori più giovani, soprattutto negli Stati Uniti e in Canada, ma anche nella ex DDR, adottarono questo sistema di accrescimento artificiale dei Discus estremamente impegnativo in termini di tempo.
In rappresentanza del gran numero di pescatori di Discus delle generazioni più giovani, citiamo Heiko BLEHER. Nel 1965 egli riuscì per primo a importare direttamente dei Discus da Manaus in Europa. In occasione di tanti viaggi tropici egli catturò e raccolse anche personalmente cedendo alcuni esemplari selvatici a SCHMIDT-FOCHE che a sua volta li riprodusse.
Oggi in Brasile viene offerta la possibilità di un “turismo da Discus" accessibile a tutti, con imbarcazioni a noleggio ed accompagnatori esperti. Queste spedizioni di vacanzieri naturalmente non hanno più molto a che vedere con i grandi pericoli corsi a suo tempo da Johann Natterer e dai suoi compagni di viaggio.
Grazie alle imprese che abbiamo visto, oggi la passione per il Discus è diventata in tutto il mondo un hobby particolarmente popolare, costituendo un settore di attività interessante. Roccaforti dell'allevamento di Discus si trovano nell'Estremo Oriente, in Thailandia, in Malaysia (qui in particolare, come già accennato, nell'isola di Penang, ma anche nella capitale Kuala Lumpur), in Nord America, e naturalmente a tutt'oggi in Germania, dove questa branca del l'acquariofilia ha una tradizione abbastanza lunga ed una notevole rilevanza.
Secondo una stima prudente, nelle vasche di circa 2,5 milioni di acquariofili tedeschi nuotano appassionatamente 54 milioni di pesci tropicali, di cui uno su 150 è un Discus.


Foto di Livia Giovannoli

In altre parole, vengono allevati circa 400.000 Discus. Calcolando mediamente € 38.00 a Discus si ottiene un valore complessivo di € 15.200.000 (circa 30 miliardi delle vecchie lire). Il mercato che sta dietro queste cifre è assai combattuto. Una stima di massima indica che soltanto in Germania vengono acquistati ogni anno almeno 150.000 Discus (compensazione di perdite, ampliamento di impianti di allevamento, richiesta da parte di nuovi appassionati di Discus ecc. ecc.)! A qualcuno questo numero apparirà sorprendentemente elevato. Ma è senz’altro realistico. L’impianto del maggiore allevatore tedesco di Discus fornisce ogni anno circa 100.000 (!) Discus, di cui tuttavia 40-50% va all’estero. Il numero di 150.000 Discus acquistati ogni anno da acquariofili tedeschi dovrebbe far riflettere l’appassionato responsabile: le perdite registrate negli acquari di Discus oramai non possono certo essere considerate trascurabili. Infatti l’aumento del numero di appassionati e l’ampliamento di parte degli impianti di allevamento già esistenti non possono essere l’unica spiegazione all’elevata domanda. Perciò anche questo sito vuole contribuire a migliorare le condizioni di allevamento negli acquari di Discus trasmettendo le informazioni più importanti, in modo da evitare inutili morie di pesci.



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